|
Questo libro su Gabriele Mandel è un lavoro a due mani. La prima parte, trattata da Nazzareno Venturi, racconta l'uomo, il suo pensiero e la sua vita, partendo da vicende personali e aneddoti. La seconda, di Rossano Vitali, ci dà un quadro dell'insegnante sufi, come emergeva durante gli incontri nella tekke di Milano. Due punti di vista, due stili diversi che liberamente si incrociano, per dare vita a una figura magistrale, non solamente del Sufismo, ma soprattutto del mondo contemporaneo, quale Gabriele Mandel è stato. "CONVERSAZIONI SUL TAPPETO", Sul pensiero, sull'umanità e il Sufismo di Gabriele Mandel edizioni Tipheret pag. 232 con illustrazioni- Dipinto di copertina di Piero Crida. Il libro è in distribuzione anche con Feltrinelli e Mondadori, in caso non fosse immediatamente reperibile è sufficiente ordinarlo in qualsiasi libreria o via internet presso Ibs, Amazon eccetera. |
Un'ampia documentazione fotografica e aggiornamenti vari sono reperibili
sulla pagina facebook del libro CONVERSAZIONI SUL TAPPETO
Con una espressione volutamente erronea e scherzosa Gabriele Mandel amava dire che "non si nasce imparati". Il suo percorso esistenziale fatto di studi ed esperienze permette di capirne il pensiero e l'opera. Egli nasce a Bologna nel 1924 da Yusuf Roberto Mandel, scrittore e docente universitario di origini turco- afghane (Hetimandel) e Carlotta Rimini, scrittrice ebrea, e alle sue origini miste si deve l'instancabile dedizione con cui si impegnò per tutta la vita a promuovere il dialogo fra le religioni e le diverse culture. Gabriele d'Annunzio fu suo padrino in quanto amico intimo di suo padre che gli dedicò uno dei suoi numerosi libri.In gioventù manifestò la sua attitudine per la musica e per l'arte diplomandosi in violino e armonia con Arrigo Pedrollo (specializzazione di flauto con Gastone Tassinari) al Conservatorio Canneti di Vicenza e si avvicinò alle correnti artistiche contemporanee. Non ancora ventenne fu imprigionato e torturato dai nazisti nel carcere di San Vittore, sul finire della seconda guerra mondiale, per non aver voluto collaborare con loro. Suo padre, internato con lui, fu uno strenuo avversario dell'entrata in guerra e delle leggi razziali fasciste, descrisse nel libro "L'inferno del carcere di San Vittore" la drammaticità di quei momenti.
Finita la guerra,
Gabriele Mandel si laureò in lettere classiche. Le sue ricerche
archeologiche e gli studi sul campo, soprattutto in India e in Medio Oriente, si
ritrovano nelle pubblicazioni (con ampia documentazione fotografica) tra cui
"Salomone", "La Civiltà della Valle dell'Indo", "Il Regno di Saba, ultimo
paradiso archeologico" e "Gengis Khan" pubblicati dalla
SugarCo. Insieme ad
altri testi storico-geografici ritroviamo in essi una ricerca scientifica
rigorosa basata sulle documentazioni e sulle verifiche ma non disgiunte da
speculazioni filosofiche e simbologiche che rimandano ai valori dello
spirito. Le sue ricerche lo portarono a diventare direttore dell'Istituto di
Archeologia orientale islamica
in Giordania. Fu lo zio Keki Efendi khan-i Hetimandel rûd, principale esponente dei sufi in Afghanistan, a inoltrarlo nel mondo del misticismo islamico o sufismo. Incontrò e seguì diversi maestri, non esclusivamente islamici, come Sri Aurobindo, ma la sua stima ricadde soprattutto su Si Boubaker Hamza, rettore dell'Università islamica di Parigi, che fino alla fine della sua vita considerò "il suo maestro". A sua volta shaykh naqshbandi (guida della nota confraternita mistica islamica) accettò di fare servizio anche come khalīfa (vicario) per l'Italia nella confraternita sufi Jerrahi Halveti, con sede a Istanbul. In Italia ha fondato nel 2000 la tekke di Milano guidandola fino al 2010 e nel 2005 la tekke di Genova, lasciandola all'antico ordine naqshbandi afghano. Nel frattempo sono state numerose le sue pubblicazioni in Italia e all'estero dedicate al Sufismo e all'Islam, di recente rilievo la traduzione e il commento del Corano (la cui versione ha ottenuto l'alto patronato dell'UNESCO) e del Mathnawì del persiano Gialal al-Din Rumi (importante poema mistico di circa 25.000 versi). Questo intreccio di eventi esistenziali spiega l'unicità del personaggio e il suo pensiero. Uomo di scienza eppur mistico, realtà che nel mondo contemporanero condizionato dal materialismo e dal consumismo sono dissociate ma che nell'antichità e nel sufismo costituiscono un tutt'uno. E il sapere, la propria esperienza va donata ad altri vuole il sufismo. Troviamo infatti nella vita di Gabriele Mandel una intensa attività nel campo dell'insegnamento universitario, come docente di Storia dell'Arte e direttore dell'Istituto di Discipline artistiche all'Università IULM di Milano, di entipologia alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, di Estetica Orientale e Storia dell'Arte Islamica all'Accademia di Brera di Milano, come membro dell'Accademia Islamica di Cambridge e di numerose Accademie internazionali. Fu tra i fondatori dell'Università internazionale islamica Averroè di Cordova di cui fece parte del consiglio direttivo (oggi chiusa). Infine fu insignito della laurea Honoris Causa dall'Università Statale di Konya (Turchia), che successivamente ha dedicato al suo nome la Biblioteca della Facoltà di Lettere). È deceduto a Milano a 86 anni il 1º luglio 2010 a causa di una neoplasia pleurica ma quasi fino alla fine ha continuato a ricevere i pazienti in analisi : <<per alcuni la vita ha una sola cosa di bello: che finisce. Indubbiamente non meritavano di vivere>> (da G.Mandel "psicoanalisi in gocce e pastiglie" ed Seakespear pag.61). RiconoscimentiDiversi sono stati i riconoscimenti civili e culturali nel corso della sua vita. Ne ricordiamo qualcuno: Commendatore al Merito della Repubblica Italiana per motu proprio del presidente Giovanni Leone, targa d'onore della Regione Lombardia, targa d'oro e Ambrogino d'oro del Comune di Milano, premio Mario Gromo alla Facoltà d'Architettura di Torino, targa d'onore di Martina Franca, premio San Valentino del Comune di Terni per la Letteratura, cittadino onorario di Agrate Brianza. Medaglia d'onore del Parlamento turco; targa d'onore del Ministero turco della Cultura. In Francia: medaglia d'onore della Città di Parigi, cavaliere del Bene e Merito Pubblico, medaglia d'oro dell'Accademia d'Arti, Scienze e Lettere, palme accademiche, medaglia d'oro di San Luca. Premio Dag Hammarshkoeld per la Pace. Numerose targhe, premi d'arte e onorificenze ufficiali in Italia e all'estero. Primo vicepresidente del Lions Club Milano Host; presidente fondatore del Lions Club Milano al Cenacolo. Medaglia d'oro del presidente della Repubblica Sandro Pertini, medaglia d'oro per i benemeriti della Pubblica Istruzione. L'artistaIn qualità di pittore, incisore e ceramista ha esposto in numerosi Musei ed Enti Pubblici (tra gli altri: Biennale di Venezia, Museo d'Arte Moderna di Parigi e di Liegi, Galleria di Parigi). 156 mostre personali in Musei e Istituti pubblici dal Museo d'Arte di San Paolo ai Musei di Tokyo, di Nuova Delhi, di Ankara, di Konya, di Amman, di Samarkanda, di Belluno, del Nazionale della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano, della Città di Milano, del Centro san Fedele di Milano, del Civico museo della Città di Milano, della Ceramica di Lodi, Civico Museo di Crema, della Basilica di Sant'Ambrogio, all'Abbazia di Chiaravalle, al Palazzo dell'Ayuntamiento di Córdoba, al Palazzo Dolmabahçe di Istanbul (primo Museo di Stato turco), Lorenzelli Arte Milano. Di lui hanno parlato, tra gli altri: Filippo Tommaso Marinetti 1944, Giulio Cisari 1946, Alberto Martini 1948, Maurice Utrillo 1949, Gregorio Sciltian 1951, Carlo Carrà 1951, Henri Matisse 1953, Luigi Bartolini 1953, Jean Cocteau 1953, S.E. Si Hamza Boubakeur 1985, S.E. il cardinale arcivescovo Carlo Maria Martini 1991, Roberto Guiducci 1991, Vittorio Sgarbi 1992 (cfr. citazioni da "Gabriele Mandel" ed. Mantegazza, presentato da Ettore Camasasca, conservatore capo al museo di san Paolo del Brasile e da Germain Bazin, conservatore capo dei musei del Louvre). PubblicazioniAutore di più di 200 libri pubblicati dai maggiori editori italiani (Rizzoli, Mondadori, Rusconi, Longanesi, Edizioni San Paolo, Franco Maria Ricci, Bompiani, eccetera), molti dei quali tradotti in più lingue. Giornalista pubblicista, segretario onorario della Organizzazione Mondiale della Stampa Diplomatica. Tra le opere pubblicate in Italia ricordiamo:
|
G. Mandel in una delle sue conferenze di psicologia dell'arte tenuta nel centro civico di Genova nel 2005 in occasione di una mostra comprendente i quadri dell'amico cantautore Franco Battiato
G. Mandel in uno speciale del TG1 in cui parla del Sufismo, tra scienza e sapienza: <<Se Dio non ci facesse il grande dono della fede, noi da soli non potremmo arrivarci.Però naturalmente la verità la si deve cercare, sempre cercare e passare la vita nella ricerca della verità. Anzi noi addirittura diciamo che siamo qui sulla terra non per trovare ma per cercare >>
La medaglia d'oro di Dag Hjalmar Agne Carl Hammarskjöld del Nobel per la pace consegnata successivamente a G. Mandel in rappresentanza dell'università in cui è stato direttore emerito (nella Facoltà di psicologia dell'Università Europea del Lavoro di Bruxelles.)
G. Mandel nel suo studio di psicoterapia. A destra uno dei numerosi fogli in cui scriveva le sue "ricette" per risolvere i problemi. Egli coniugava le tecniche antiche psicoanalitiche sufi con quelle dell'odierna ricerca scientifica. Da qui il sistema di psicoterapia globale di cui è stato fondatore.
G. Mandel non ha mai smesso fino alla fine della sua vita di accettare gli inviti a parlare non solo in Italia ma all'estero, dal summit delle religioni di Antiochia e a Konya in occasione dell'inaugurazione della biblioteca universitariia dedicata a lui. Qui nella foto è a Sanremo al museo civico in una conferenza di psicologia dell'arte organizzata dalla FIDAPA.
Incisione di Gabriele Mandel. La rilevanza accademica del personaggio non può essere dissociata dal ruolo che ha avuto sul piano artistico (vedi testo) e spirituale nel Sufismo di cui è stato maestro e di cui ha espresso i caratteri fondamentali: il sapere psicologico e scientifico (viaggio nella conoscenza interiore e del reale) e la realizzazione sul piano sociale attraverso il proprio operare mirante al bene, alla bellezza, alla ricerca della verità libera dai dogmatismi.
In quest'altra sua incisione sono raffigurati i simboli della quattro religioni più diffuse a significare che sono vie che portano al centro divino. Nei bordi in modo criptico sta scritto "E' facile inviare messaggi quando non sono verificabili ma è diabolico imporli". Il suo insegnamento infatti non dava adito a nessuna dottrina ed ideologia fatta piovere dall'alto, a spiritualismi che si dicono dettati dalla fede ma che esprimono invece devianze psichiche. G.Mandel riceve la laurea Honoris Causa dell'Università statale di Konya (Turchia) Al congresso di Teheran con Cherif Ndiaye, segretario generale della federazione nazionale dei musulmani di Francia A 6 anni nella zawiya nakshibendi dello Yemen con lo zio Keki Efendi khan-i Hetimandel rûd capo dei sufi nakshibendi in Afghânistân Università di Konya nel quadro del Congresso Mondiale su Jalàl àlDìn Rùmì 2007. Gabriele Mandel presenta le sue incisioni alla professoressa Assia Djebar, celebre scrittrice algerina e membro dell'Académie Française. Una foto curiosa che appare anche nel suo libro "La civiltà della valle dell'Indo" (di cui eseste la diapositiva non manipolabile". A Benares con lo shadu che non lascia ombra. Di episodi difficilmente spiegabili da un punto di vista razionale ne parlerà al pubblico in una lunga intervista sul settimanale "chi". G.Mandel con franco Battiato all'Università statale di Konya. Nel 2000 verrà dedicata al suo nome la biblioteca della facoltà di lettere. Ancora Gabriele Mandel con Franco Battiato e Khaled del Cairo |
Bibliografia
Collegamenti esterni
Per leggere saggi e conferenze di Gabriele Mandel si veda inoltre:
|
esposizione negli Emirati Arabi | |
|
|
|
|
altre immagini biograficheee |
QUESTO SITO NON USA COOKIES E NON MEMORIZZA IN ALCUN MODO LE TUE INFORMAZIONI